Tante sono le definizioni di coraggio: forza d'animo, capacità di affrontare le paure, le sfide e le sofferenze, di tollerare il dolore.
Quando una persona sta passando un periodo difficile e doloroso non è raro sentir dire "Coraggio!".
Non so se sia sempre l'incoraggiamento più adatto. A volte potrebbe bastare la presenza, un abbraccio, un "mi spiace", "ti penso", "se vuoi, ci sono".
Perché potremmo sentire che la forza vacilla, che la fatica predomina, che la vulnerabilità è seduta accanto a noi. E che non possiamo far altro che viverla.
Qualche giorno fa una signora che sta affrontando il lutto del figlio, morto prematuramente a 50 anni, mi diceva della sua fatica di incontrare persone che cercano in tutti i modi di incoraggiarla: "fatti forza", "coraggio", "reagisci".
Frasi che non le sono d'aiuto, evidentemente.
Perché per lei è già un atto di coraggio alzarsi dal letto e fare le piccole azioni quotidiane, con accanto la tristezza.
Allora prestiamo attenzione al nostro modo di stare vicino: senza scomodare troppo il coraggio, ma restando accanto alla vulnerabilità.
Laura Fino