L’Intelligenza Emotiva non è solo il futuro.
È il codice sorgente di un’umanità che diventa davvero consapevole, laddove le singole persone si connettono tra di loro, si rispettano e cooperano per costruire un domani più equo, empatico e inclusivo.
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NELLA CONVINZIONE CHE:
- L'Intelligenza Emotiva possa ergersi a pietra d’angolo nella costruzione di legami autentici e nella promozione di una cultura di rispetto e comprensione reciproca
- L'Intelligenza Emotiva possa fornire una guida per un’etica relazionale profonda
- L'Intelligenza Emotiva possa diventare un vero e proprio investimento nella salute mentale, a livello individuale e collettivo, puntando a prevenire il disagio e a promuovere il benessere psicofisico e sociale
NOI VOGLIAMO:
- Una società che insegni ai propri bambini non solo a leggere e far di conto, ma a connettersi con gli altri e raggiungere, con essi, uno stato di empatia.
- Una società che contempli l’inserimento dei propri adolescenti in contesti in cu il Q.I. non è criterio esclusivo di valutazione e di accesso.
Una società in grado di ascoltare, accogliere e riempire di senso le sfide e i bisogni della loro peculiare fase evolutiva. Una società in grado di coltivare la loro curiosità e la speranza.
- Una società nella quale i giovani non vivano il senso di compressione da performance, ma sentano accolte le loro istanze di crescita umana e il desiderio autentico di trovare la propria strada.
- Una società in cui la scuola sia un luogo capace tanto di accendere la passione per la conoscenza quanto di trasmettere l’importanza della cooperazione e del rispetto dell’altro da sé.
- Una società che riconosca a bambini, adolescenti e giovani adulti il loro diritto a non essere perfetti, performanti, belli, intelligenti, talentuosi. Una società che riconosca loro il diritto a vivere la propria vita e a non essere né l’occasione di riscatto personale dei loro genitori né lo strumento di cura di quest'ultimi.
- Una società in cui gli adulti possano trovare supporto accessibile nell’assolvimento del loro ruolo genitoriale. Una società in cui il compito educativo dei genitori non sia caratterizzato soltanto da regole di comportamento, ma contempli spazi di gioco e vicinanza affettiva, di accoglienza e sintonizzazione emotiva.
- Una società in cui le madri lavoratrici e i padri lavoratori non debbano essere costrette/i a scegliere tra lavoro e famiglia, ma che possano godere di misure di Welfare, pubblico e privato. Il tempo, fondamentale e concorrente fattore educativo, non può e non deve rimanere completamente assorbito dalle attività lavorative stante la necessità, per i genitori, di garantire ai figli quell’ineludibile contatto fisico ed emotivo che è alla base di una crescita equilibrata.
- Una società nella quale tutte le persone con disabilità possano sviluppare i propri talenti e realizzarsi sul piano professionale e personale, in quanto la disabilità non definisce la persona.
- Una società nella quale sia concessa agli anziani la dignità del loro tempo, con empatia, compassione e riconoscimento del valore connesso alla loro esperienza.
- Una società
- che rifiuti e ponga in essere le necessarie azioni di prevenzione e contrasto alla violenza e alla discriminazione di ogni tipo: fisica, psicologica, economica, di potere, di genere.
- riconosca, come proprio valore fondativo, il linguaggio inclusivo, etico e responsabile e promuova tale linguaggio sia in ambito pubblico che privato con ogni azione possibile ed esperibile.
- riconosca l’ascolto come atto di responsabilità, capace di aprire spazi di connessione.
- Una società in cui la vulnerabilità, la sofferenza e il dolore non costituiscano ragione o motivo di vergogna e neppure indici di incapacità o debolezza. Una società capace di accogliere l’umanità imperfetta che siamo.
È bello, umano ed evolutivamente vantaggioso immaginare una società di questo tipo, nella quale ognuno di noi può fare la propria parte, in un lavoro di cooperazione e connessione che l’Intelligenza Emotiva promuove.
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