Sono sull'autobus. Di fronte a me è seduta una bimba, avrà più o meno 7 anni. Uno zaino rosa con i fiori. Suo padre è in piedi accanto a lei, il cellulare in mano, guarda la replica di una partita di calcio, con volume acceso. Fastidioso.
Inizialmente sono concentrata sul disturbo che mi crea il volume del video. Sopporto poco la mancanza di rispetto di chi non presta attenzione agli altri intorno.
Poi mi soffermo sulla bimba: chiede qualcosa al papà, che mugugna una risposta distratta, poi smette di chiedere. A volte lo guarda, lui non la guarda mai, lo sguardo fisso sullo smartphone.
Arriva la fermata, mette in tasca il telefono e con tono sbrigativo le dice "Muoviti, che dobbiamo scendere". La bimba, ubbidiente, scende senza dire una parola. Non ha mai sorriso.
Quanta tristezza in questa scena, quante occasioni perse nella relazione tra un padre e la sua bambina... Che imparerà presto a non chiedere, a non esprimere, a non condividere. Che imparerà a spegnere l'entusiasmo.
L'ascolto è un atto di responsabilità. Significa aprire spazi di connessione, lasciare che la relazione riempia di significato il tempo dedicato. Come dare l'acqua ai fiori per non farli appassire.
Facciamoci caso, prima di ritrovarci nel deserto.
Laura Fino
(Illustrazione: @lucadistacco)